Quando “40 di febbre” è vero!

Una delle prime cose da imparare lavorando allo Sportello Sanitario è non sottovalutare i sintomi riferiti dai pazienti stranieri, poiché spesso tendono a minimizzare i loro mali. A. non fa eccezione, anche se la sua storia sembra inverosimile…

La biga

K. non parla italiano e non si capisce come sia riuscito a distruggersi la faccia e a fratturarsi entrambe le braccia. In pronto soccorso lo hanno ingessato per bene, ma ora che fare? Alla fine, con molta immaginazione, si riesce a svelare il mistero.

Una coppia, poi tre, poi…?

Un uomo e una donna desiderano concepire, ma il loro non è un caso semplice… Forse più evidente della loro determinazione e speranza, c’è solo la paradossale sottovalutazione con cui affrontano questa difficoltà…

Ev via cantiam!

Alcuni pazienti lasciano l’amaro in bocca: A. sembra condannato a vivere all’interno di un circolo vizioso senza uscita e, anche se fai di tutto, ti accorgi che non potrai cambiargli la vita. Sebbene il finale sembri già scritto, a volte ti fanno sorridere e sperare…

Il cantante in erba?!

Quanto sono importanti le amicizie nella definizione della personalità di un adolescente! La storia di S. ne è la testimonianza perfetta: cosa ne è stato di quel ragazzo silenzioso e “problematico”?!

Le case racchiudono storie faticose

Non possono piacerci tutti i pazienti. Questi due proprio non ci piacevano: moglie e marito, litigiosi e chiassosi, durante la visita discutono animatamente, e non si riescono né a capire né a moderare. Ma dire subito qual è il problema, no?

Matrimoni combinati

Una storia a lieto fine quella di P. Dalla vita precaria in uno slum bengalese a un umile lavoro a Roma e un bel matrimonio con una ragazzetta… La felicità si può trovare nelle piccole cose.

Vorrei una medaglia da appendere a studio!

Centinaia e centinaia: sono i vaccini per il Covid che la dottoressa D’Angelo ha fatto allo sportello sanitario. In questa pillola un po’ più lunga, condivide le sue impressioni, e racconta gli ostacoli e le immense gioie trovate in questa avventura.

Occhi interrotti

Sono le 5 del pomeriggio: la dottoressa D’Angelo sta aspettando da almeno due ore una coppia che deve farsi vaccinare. Non ha ancora mangiato ed è un po’ spazientita, ma quando finalmente arrivano, empatizza con loro e con i due “bagagli” speciali che si portano appresso.

Un dito invisibile

S. sembra un paziente come un altro: è uno dei tanti stranieri senza documenti validi che viene per farsi vaccinare. Ma quando si toglie le scarpe, appare un’immagine adatta solo a chi ha lo stomaco forte…