E’ nata l’Associazione dei familiari delle vittime della Falange Armata

Sabato 25 marzo abbiamo ospitato, alla Biblioteca Interculturale Cittadini del Mondo, la presentazione dell’Associazione dei familiari delle vittime della Falange Armata, nata sulla spinta di alcuni familiari di vittime di omicidi, stragi e attentati che hanno in comune la rivendicazione ufficiale della falange armata.

La falange armata compare per la prima volta il giorno 11 aprile 1990 con una telefonata all’ansa di Bologna per rivendicare e giustificare l’assassinio dell’educatore carcerario Umberto Mormile, avvenuta poche ore prima. Nell’arco temporale di 4 anni, emette un migliaio di comunicati, firma e rivendica centinaia di crimini, a seguito dei quali sono uccisi 51 persone.

A livello processuale, i numerosi crimini commessi sono stati trattati singolarmente e questo ha prodotto che la falange armata, svuotata dalla visione d’insieme, non è stata quasi mai considerata rilevante nelle indagini. Tranne per alcune grosse inchieste, come quella denominata “‘drangheta stragista” e quella conosciuta come “trattativa stato mafia” che hanno attribuito alla falange armata un ruolo decisivo negli accadimenti di quegli anni, fornendo non solo riscontri concreti sulla effettiva responsabilità di quella organizzazione, ma svelandone anche la struttura articolata.

L’obiettivo dell’associazione è, dunque, incoraggiare la ricerca della verità sul vero ruolo della falange armata.

Questa è l’ultima occasione per avere verità e giustizia” ha detto Salvatore Borsellino presente in video collegamento, “spero che da questa associazione possa nascere una spinta per le indagini sulle stragi“. “I fatti efferati accaduti in quei quattro anni sono stati spesso indagati singolarmente, mai nessuno ha pensato che unendo tutti questi fatti si scoprisse un disegno, un filo rosso, che li unisce, dietro il quale si può leggere un progetto criminale eversivo a firma Falange Armata“, afferma il promotore dell’associazione, Stefano Mormile, fratello di Umberto, la prima delle cinquantuno vittime, “per avvivare alla verità in questo paese serve unirsi“.