Due pesi, due misure. La differente solidarietà nell’accoglienza dei profughi in Europa
24 febbraio 2022. Questa è la data dell’inizio del conflitto in Ucraina e da quel giorno milioni di persone sono costrette a scappare dalle proprie abitazioni per rifugiarsi nei bunker o in altri Paesi.
L’Italia di fronte a questa emergenza umanitaria non si è tirata indietro e sono partite raccolte di indumenti, coperte, farmaci. Numerosi gli aiuti sia da parte di Organizzazioni del Terzo Settore sia da parte di privati cittadini, perché l’impatto della notizia è stato grande, soprattutto per il rischio che diventasse un conflitto nucleare, tanto che da molti era stata già definita come l’inizio della Terza Guerra Mondiale. Contemporaneamente sono iniziati anche progetti di accoglienza nei confronti di tutti coloro che fuggono dalla guerra, in particolar modo, e questo ha coinvolto non volendo la nostra Associazione, è stato fatto un appello a tutti coloro che avessero la possibilità di accogliere minori in fuga dall’Ucraina da parte dell’Associazione Cittadini del Mondo ODV di Cagliari, nostra omonima con cui, nonostante la stessa denominazione, non abbiamo nessun tipo di collegamento, contatto o forma di collaborazione. Questa loro iniziativa è nata sulla scia di un loro precedente progetto relativo all’accoglienza temporanea di minori bielorussi in seguito al disastro di Chernobyl, per salvaguardarne la salute e preservarli dall’esposizione alle radiazioni rilasciate dai reattori esplosi nella centrale nucleare.
Da quel momento ci siamo trovati di fronte ad una situazione alquanto incresciosa: data l’omonimia con la nostra associazione, dopo oltre un mese ormai possiamo contare più di 200 tra messaggi e chiamate di privati cittadini, i quali hanno chiesto informazioni su come accogliere minori provenienti dall’Ucraina. Da un lato è sicuramente apprezzabile e ammirabile questo impegno e voglia di aiutare persone in evidente difficoltà, ma dall’altro lato ci preme evidenziare e condannare la differente solidarietà nell’accoglienza dei profughi.
Infatti, un tale impegno civico non è stato notato per altrettante situazioni di guerra che tutt’ora mettono in condizioni rischiose le fasce più deboli della popolazione. Basta pensare alla Siria dove la guerra, che dura da 11 anni, ha causato più di 13 milioni di persone che sono fuggite dal paese o sono sfollate all’interno dei suoi confini o alla più recente riconquista dell’Afghanistan da parte dei Talebani, la cui notizia ha occupato le prime pagine dei notiziari per un breve periodo durante l’estate per poi essere spostata nella sezione delle “Guerre di serie B”. Poi sarebbe possibile scrivere un intero capitolo sull’Africa dove nel 2021, sono state oltre 46 mila le vittime di conflitti di varia natura e decine di milioni i profughi.
A pesare su questo diverso atteggiamento, sia da parte della gente e sia da parte delle istituzioni, c’è anche il fatto che, a differenza di quelli provenienti dall’Africa o dal Medio Oriente, i profughi ucraini sono europei, bianchi e cristiani. Diciamocelo chiaramente: siamo disposti ad accogliere chi riteniamo essere simile a noi per appartenenza etnica e culturale e a respingere chi proviene da altre etnie e culture perché considerato un “diverso”, un “estraneo”. La nostra ovviamente non è insensibilità nei confronti degli eventi che stanno succedendo nel vicino Est Europa, anzi, siamo sconvolti quanto tutti voi, ma vogliamo essere coerenti con noi stessi e non cadere nel tranello di una discriminazione nascosta da un’immagine aurea di solidarietà e compassione.
Ben vengano queste iniziative, ma non dimentichiamo che c’è anche altro oltre la nostra Europa, anzi, a questo punto, verrebbe da suggerire che c’è altro anche oltre il colore rosa della pelle. La stessa Europa che sbarra da tempo le porte e i confini, affermando che non si può accogliere tutti. Ma la stessa durezza non si osserva ora con l’Ucraina, perché la Commissione Europea ha attivato per la prima volta la protezione temporanea con cui si garantisce il permesso di soggiorno di un anno (prorogabile due volte) e l’accesso al servizio sanitario nazionale, al mercato del lavoro e allo studio, quindi tutto ciò che da tempo viene chiesto per tutti i profughi che giungono in Europa, ovvero un percorso istituzionale e legale agevole e più lineare per ottenere lo status di rifugiato.
L’Italia ha attuato tale direttiva comunitaria attraverso il DPCM firmato il 29 marzo 2022 dal Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, mentre le misure assistenziali sono state adottate con l’ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile (n. 881) che assegna ad ogni profugo ucraino 300 euro mensili e, in presenza di minori, si riconosce un contributo addizionale mensile di 150 euro per ciascun figlio.
Noi non ci occupiamo di adozioni, e vogliamo chiarire che siamo invece un’associazione che dal 2002 opera per l’inclusione delle persone migranti che per lo più vivono nel territorio del Municipio VII di Roma Capitale. E vogliamo farlo per tutti, senza distinzione di provenienza e senza discriminazioni. Noi come Associazione Cittadini del Mondo di Roma, attraverso sia gli sportelli sanitario e sociale e sia la scuola di italiano, stiamo supportando le persone che stanno venendo dall’Ucraina, ma continueremo ad operare, nel pieno rispetto di quel principio di eguaglianza garantito dall’art. 3 della Costituzione, ovvero senza fare distinzione alcuna e garantendo a tutti, indipendentemente dal genere, dall’etnia, dalla lingua, dalla religione, dalle condizioni personali e sociali, l’accesso ai nostri servizi, e a promuovere la conoscenza e l’incontro tra persone, popoli e culture diverse.
In merito alla questione dell’accoglienza temporanea di minori, infine, ci auguriamo che la scelta di questi affidi venga fatta con criteri giusti e con ponderazione, ma vorremmo anche che lo stesso sentimento che ha animato molti a proporsi come affidatari possa essere presente anche per altri progetti umanitari.